Un corteo della Madonna…poi capirete…

Vuoi non scrivere due righe anche tu, dopo quasi 30 anni, su quello che si prova quando ci si trova in cima allo scalone di Piazzale Medaglie d’Oro pronti per partire con il Magnifico Corteo?

Bella Ercole d’Este per carità, una delle vie più suggestive del mondo, che si sposa perfettamente con il Palio più antico d’Italia (è chiaro questo concetto?) ma lo scalone è un’altra cosa…dall’alto vedi tutto, la Prospettiva, corso Giovecca, il Castello Estense e, se sei fortunato, anche un coloratissimo tramonto.

I casi sono due: o sei pettinata, truccata e vestita dalle otto del mattino e ti tira tutto oppure ti stanno imbastendo l’abito addosso e hai paura di restare in mutande lungo la sfilata. In ogni caso tranquilla non sei mai: attenzione ai gradini, a non inciampare, cadere, ruzzolare…attenzione a quello che porti in mano se porti qualcosa, attenzione ad essere in fila con chi ti sta accanto, sorridi ma non troppo, seria ma non troppo, non stai andando a fare una vasca in piazza ma nemmeno alla sfilata delle Forze Armate del 2 giugno, non salutare i parenti con la mano, non imprecare contro chi attraversa la strada mentre tu cerchi di non pestarti il vestito. E alla fine un gran male ai piedi e alle spalle.

Quindi solo una gran fatica? E allora perché?

Perchè lo fai insieme a persone che hanno la tua stessa passione, con cui condividi gran parte della tua vita anche durante l’anno, con cui crei e disfi progetti, con cui ridi e scherzi o litighi ferocemente, anche quella sera. E’ banale e scontato parlare di famiglia, lo fanno tutti e a volte se ne perde un po’ il significato ma è veramente così: la contrada è questo. Magari solo per una sera o pochi giorni, magari per qualche anno, magari per sempre. A chi non lo ha mai provato e quest’anno lo farà per la prima volta dico che prepararsi insieme per la sfilata nel nostro chiostro, studiarla, pensarla, costruirla e poi viverla, trovarcisi dentro, fare un salto indietro nel tempo di 500 anni, sentirsi belli e fieri indossando abiti unici, è un’emozione che, per me, vale sempre tutti gli sforzi, anche dopo averla fatto decine e decine di volte e ogni volta il “groppo allo stomaco” che ti prende in cima allo scalone ha un significato diverso ma c’è. Gli applausi e le grida lungo il percorso, le foto, anche gli imprevisti fanno parte di un gioco bellissimo.

Mi fermo qui perché poi non sarei breve (non lo sono stata ma già lo sapevate) e giustamente i miei contradaioli mi invellano…

Voglio solo ringraziare tutti ma proprio tutti coloro che ci permettono di fare questa “cosa meravigliosa” e, credetemi, molto ma molto più impegnativa di quello che si potrebbe pensare: la sala costumi con le new entry e con chi è sempre lì, comunque, chi pensa, studia e crea tutto questo, le officine dalle mani d’oro, chi aiuta a mettere insieme e distribuire i costumi, chi dipinge, chi realizza le composizioni floreali, gli oggetti, chi acconcia e trucca, chi stira, chi si occupa delle scarpe, dei permessi…insomma un mondo intero che si chiama contrada! E se mi sono dimenticata qualcuno, e sarà così vista l’età, perdonatemi!

Grazie Rione Santo Spirito per tutto questo…e grazie per quello che mi avete regalato quest’anno!

Tania

PS Ah…è una gara anche la sfilata sia chiaro, si vince il premio Nino Franco Visentini per il miglior corteo e il Cecilia Toselli per le migliori acconciature, quindi bello darsi tanto da fare per tutte quelle emozioni, bello partecipare ma …e non aggiungo altro!

Ecco invece i pensieri di chi affronterà per la prima volta o quasi lo scalone e il magnifico corteo

“Che dire, viverla un po’ dietro le quinte è entusiasmante, conoscere i particolari di “costruzione” è godurioso, ma quando mi affaccerò alla scalinata, con il bellissimo arco della Prospettiva di fronte me la tirerò che Chiara al festival spostati proprio”

WOR BAS

(Moira)

“Questa esperienza ci ha arricchito molto, soprattutto nell’integrazione in questa bellissima città…, siamo qui da poco ma già ci sentiamo a casa. Non vediamo l’ora di sfilare per la nostra contrada”

(Chiara e Francesca, prima volta in corteo)

“Mi emoziona vedere la passione che c’è dietro la preparazione del corteo, il sentirmi parte di un gruppo che ce la mette tutta. Da ciò la paura di non essere all’altezza”

(Antonia, prima volta in corteo)